Grazie, Sorella mia
giovedì 20 ottobre 2011
domenica 16 ottobre 2011
Chissà perché mi puzza di fotomontaggio?
Forse che sono ammalato di dietrologia e tutta la vicenda mi sembra troppo teatralmente architettata?
Mah... ai posteri l'ardua sentenza
Nel frattempo prego notare:
- la traiettoria dell'estintore rispetto alla mano che dovrebbe averla lanciata (cos'é, un lancio con circonvoluzione di ottimo artigliere proprio verso il "fotografo" (cioè proprio lo sguardo di chi vede l'immagine?)
- lo sguardo del presunto lanciatore, verso il basso (???) Che fai, miri da una parte e lanci dall'altra? Che diabolico sei...
- il cavallo (basso) dei pantaloni: ma come fai a correre in quelle condizioni?
- la mutanda sporgente (beh, l'occhio vuole la sua parte anche in queste situazioni, no?)
- l'esilarante movimento della tesserina che attesta i controlli effettuati sull'estintore (sarà un'arma impropria, ma vivaddio, è stata verificata e siamo a posto con i controlli di legge sulla sicurezza, anche se siamo in piazza a fare gli imbecilli!!!)
- la quasi perfetta depilazione e tutto sommato la bellezza fisica del soggetto (siamo nel mondo dell'immagine e dell'apparire... non possiamo essere sciatti proprio in un momento "topico"
- il bel colore dell'oggetto lanciato... un sanpietrino è così triste con il suo grigio, vuoi mettere un bel rosso sgargiante quanto è più visibile e quanto più attiva certe "Libere" associazioni???
Mah... ai posteri l'ardua sentenza
Nel frattempo prego notare:
- la traiettoria dell'estintore rispetto alla mano che dovrebbe averla lanciata (cos'é, un lancio con circonvoluzione di ottimo artigliere proprio verso il "fotografo" (cioè proprio lo sguardo di chi vede l'immagine?)
- lo sguardo del presunto lanciatore, verso il basso (???) Che fai, miri da una parte e lanci dall'altra? Che diabolico sei...
- il cavallo (basso) dei pantaloni: ma come fai a correre in quelle condizioni?
- la mutanda sporgente (beh, l'occhio vuole la sua parte anche in queste situazioni, no?)
- l'esilarante movimento della tesserina che attesta i controlli effettuati sull'estintore (sarà un'arma impropria, ma vivaddio, è stata verificata e siamo a posto con i controlli di legge sulla sicurezza, anche se siamo in piazza a fare gli imbecilli!!!)
- la quasi perfetta depilazione e tutto sommato la bellezza fisica del soggetto (siamo nel mondo dell'immagine e dell'apparire... non possiamo essere sciatti proprio in un momento "topico"
- il bel colore dell'oggetto lanciato... un sanpietrino è così triste con il suo grigio, vuoi mettere un bel rosso sgargiante quanto è più visibile e quanto più attiva certe "Libere" associazioni???
sabato 8 ottobre 2011
Siate affamati, siate folli, comunque la pensiate
2005/06/17
IL DISCORSO DI STEVE JOBS ALLA STANFORD UNIVERSITY
Sono onorato di essere
qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori
università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è
l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo
accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui,
nulla di speciale. Solo tre storie.
La prima storia parla di “unire i
puntini”
Ho abbandonato gli
studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri
diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perché ho smesso?
Tutto è cominciato
prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre,
decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi
adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia
nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena
nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così
quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si
trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo
della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non
previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica
venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e
che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i
documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche
mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei
andato all’università.
Infine, diciassette
anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto
Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la
mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il
valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di
come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo
spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita,
così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo
stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo
sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui
abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a
seguire quelle che mi sembravano interessanti.
Non era tutto così
romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul
pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie
di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero
permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia
attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il
tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia
strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate
inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio. Il Reed College a
quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel
campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida
calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non
dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di
calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho
imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra
differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia
così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la
scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante.
Nulla di tutto questo
sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni
dopo, quando stavamo progettando il primo computer Macintosh, mi tornò utile.
Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non
avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e
font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun
personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi
incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella
splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca
‘unire i puntini’ e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò
molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.
Vi ripeto, non potete
sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle
spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi
paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in
qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro
destino, chiamatelo come volete... questo approccio non mi ha mai lasciato a
terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.
La mia seconda storia parla di
amore e di perdita
Fui molto fortunato -ho
trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo
la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo
lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage
sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila
dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione -il
Macintosh- un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni... quando venni
licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha
fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona -che pensavamo
fosse di grande talento- per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno
le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro
cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro
Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a
spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita
adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.
Non avevo la benché
minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la
precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone
che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a
scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero
fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon
Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che
avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un
nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di
ricominciare.
Non potevo
accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la
cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu
sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di
entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Nei cinque anni
successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi
innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar
produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story,
ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile
successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la
tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di
Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.
Sono abbastanza sicuro
che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato
dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che ‘il paziente’ne
avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non
perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad
andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre
passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a fidanzato/a
che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle
vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran
bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate.
Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non
fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non
appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre
meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo
trovate. Non accontentatevi.
La mia terza storia parla della
morte
Quando avevo
diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno
come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato”. Mi fece una gran impressione,
e da quel momento, per i successivi trentatrè anni, mi sono guardato allo
specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della
mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la
risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare
qualcosa.
Ricordare che sarei
morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi
nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto -tutte le
aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento-
sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è
davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per
evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da
perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.
Un anno fa mi è stato
diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del
mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non
sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni
probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita
non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a
sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a
morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che
avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare
in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua
famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.
Ho vissuto con quella
spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una
biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin
dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune
cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi
disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a
gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro
curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.
Questa è stata la
volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti
decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore
certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto
intellettuale:
Nessuno vuole morire.
Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per
andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi
tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come
dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di
cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo.
Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi,
gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace
essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.
Il vostro tempo è
limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete
intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre
persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra
voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il
vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel
conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero giovane,
c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che
è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non
molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso
poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal
computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le
fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni
prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e
nozioni speciali.
Steward e il suo team
pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il
suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io
avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale
c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che
potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le
seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato
sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel
cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi.
Siate affamati. Siate folli.
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