Titolo della traccia della prova scritta di italiano, stabilita (incredibile ma vero, avete presente la Gelmini?) dal Ministero della Pubblica Istruzione per tutti gli ordini di scuole.
Il diverso troppo spesso scatena in noi diffidenza e odio piuttosto che curiosità e amore. Perché è così difficile accettare chi ha culture e idee diverse da noi, e in che modo, secondo la vostra opinione, si potrebbe instaurare un rapporto sereno con gli immigrati? Scrivete onestamente se considerate possibile arrivare a una unità di vedute sul problema, e se sarà possibile risolvere questo grave conflitto, nel comune interesse.
Purtroppo lo svolgimento di tale tema si è rivelato impossibile a causa del caos generato da un titolo decisamente troppo ermetico.
- La confusione è iniziata nei collegi militari, dove nessuno è riuscito a capire il significato della parola diverso, e si è rapidamente estesa alle scuole di ogni ordine e grado.
- I geometri si sono bloccati sull'espressione “troppo spesso”, in quando non sono riusciti a darle una rappresentazione matematica esatta: "Spesso quanto? 5 cm ? 10cm? Non era forse meglio dire troppo poco sottile?".
- I ragionieri si stanno ancora interrogando sul significato della parola “curiosità”.
- Il termine “amore” ha creato problemi a molte categorie, dalle elementari fino all'università.
- L’aggettivo “difficile” ha invece mandato in crisi i raccomandati di ogni ordine e grado.
- La parola “accettare” ha spinto i ragazzi di Alleanza Nazionale a indire una movimentata assemblea in cui è stato deciso all'unanimità che tale forma verbale doveva chiaramente derivare dal sostantivo “accetta”. Di conseguenza tali studenti sono andati fuori tema dilungandosi nel descrivere come rendere più efficienti arnesi come scuri, asce e ogni altro attrezzo funzionale allo scopo di interagire con culture diverse.
- I giovani aderenti alla Lega Nord hanno avuto delle insormontabili difficoltà nel comprendere la parola “culture”, da loro invano cercata sui più aggiornati dizionari della lingua padana.
- I ragazzi di Comunione e Liberazione non conoscevano il significato della parola “idee”.
- Problemi anche per gli studenti delle scuole cattoliche: la parola “opinione” è risultata del tutto sconosciuta ai ragazzi iscritti alle scuole gestite da gesuiti, mentre nelle scuole gestite da suore gli insegnanti hanno censurato il tema per via dell’espressione “rapporto sereno”. In tali istituti si è deciso di sostituire la traccia redatta dal Ministero con una più originale e adatta all'argomento del razzismo, ovvero il sempreverde: “il mio primo giorno di scuola”.
- Tutti i giovani della sinistra hanno trovato incomprensibile la parola “unità”, e, nonostante gli incitamenti di Nanni Moretti, nessuno di loro è riuscito a svolgere il compito in maniera accettabile.
- L’avverbio “onestamente” ha invece bloccato tutti i figli dei deputati di Forza Italia (oggi felicemente Popolo delle Libertà). A nulla è valso il generoso gesto del Cavalier Berlusconi che ha prontamente assunto l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione ad interim: la lentezza della solida burocrazia non gli ha permesso di modificare il testo incriminato nelle cinque ore previste per la consegna del compito.
- Ma ciò che ha fatto definitivamente precipitare la situazione, rendendo di fatto impossibile il regolare svolgimento della prova, è stata l'interpretazione della frase finale del tema. La vicinanza di due fatidiche parole quali “conflitto” e “interesse” ha infatti fatto scoppiare una bagarre generale: urla, insulti, striscioni dappertutto.
- I presidi hanno così deciso di votare seduta stante un provvedimento urgente per sanare la delicata situazione.
- Al momento del voto i bidelli hanno lasciato le aule per protesta, ma nessuno se ne è accorto e così, a totale unanimità, è stato approvato il provvedimento che dichiara illegale il tema in questione, in quanto chiaramente frutto di un complotto giudiziario volto a denigrare la preparazione degli studenti e dei loro insegnanti.
Pezzo liberamente tratto da “L'incontinente bianco”, di Giobbe Covatta
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